Lo scorso Natale mio padre mi ha regalato un computer portatile.
Appena l’ho avuto tra le mani, ho chiamato Riccardo.
“Anche a me piacerebbe averne uno” mi ha detto. “Ma per ora me lo posso sognare. Mio padre dice che non ha risparmi da parte”.
“Il mio computer è come se fosse anche il tuo” gli ho assicurato.
“E se ci metti su dei segreti? Non vorrai certo condividerli con me”.
“Quali segreti?”
“Che ne so, Tony?”
“Non dire sciocchezze, Riccardo. Lo useremo per fare ricerche, per studiare, per comporre testi”.
“Con il computer si possono fare un sacco di cose. Avete la connessione internet a casa tua?”
“Naturalmente”.
“Allora puoi navigare ed esplorare il mondo, Tony”.
“A te che cosa piacerebbe esplorare, Rick?”
“Vorrei scoprire se ci sono ancora dei cannibali da qualche parte. Tuo padre ti darà mano libera?”
“Non proprio. Ha messo dei filtri in modo che non faccia incontri pericolosi in rete e che non sia aggredito da virus informatici”.
“Allora ha addomesticato il computer?”
“Dice che è necessario. La rete può essere una trappola per gonzi, mi ha detto, e c’è chi ne approfitta per fare anche del male”.
“Se lo dice lui…”
Quasi subito abbiamo cominciato ad usare insieme il computer e, oltre a fare ricerche, ci piace leggere i blog dei ragazzi più grandi di noi.
Riccardo dice che dovremmo farne partire uno tutto nostro e che dovremmo sorprendere gli altri con battute sferzanti e giudizi spietati sulle cose che non vanno.
Comunque finora non abbiamo trovato nessuna popolazione di cannibali in nessuna parte del pianeta.
“Ci saranno, ma nessuno li ha ancora scoperti” dice Riccardo. “E comunque non mi interessano più”.
La serie del piccolo Antonio di Angelo Petrosino