Ripensando alle parole a proposito di suo padre, oggi ho chiesto a Riccardo: “Tu che cosa pensi di fare da grande?”
“Perché non mi chiedi che cosa penso di non fare? E’ più facile rispondere. Non voglio fare quello che obbedisce agli ordini e viene comandato a bacchetta sul posto di lavoro. Non voglio alzarmi all’alba, vestirmi in fretta, scottarmi la lingua col caffè bollente e portarmi un panino col prosciutto in fabbrica. Non voglio rimanere imbottigliato nel traffico e bisticciare con gli altri automobilisti, come fa mio padre ogni volta che torna a casa stralunato. Vorrei fare un lavoro in cui sono io a decidere che cosa fare e quando farlo. Una cosa da persona libera e indipendente. Proprio come tuo padre”.
“Anche lui non è totalmente libero. Ha obblighi e impegni da rispettare”.
“Sì, ma non ha nessuno che gli stia col fiato addosso e gli dica di sbrigarsi, di non perdere tempo, di fare così e così. Scommetto che anche tu vorresti fare un lavoro come il suo un giorno”.
“Non ci penso proprio, Riccardo”.
“Ah, già, tu sei dislessico e con la scrittura non ti trovi tanto bene. Comunque potresti usare il computer o dettare a qualcuno quello che vorresti scrivere”.
“Non credo di avere la testa giusta per scrivere libri”.
“Secondo me ce l’hai, invece. Stai sempre a spezzare il capello in quattro, fai domande a ripetizione, continui a dire che una cosa poteva andare diversamente da come è andata…Non è questo che fa tuo padre quando scrive?”
“Non lo so”.
“Be’, se lo vuoi sapere, adesso non mi interessa proprio che cosa farò da grande. I mestieri cambiano in fretta. Magari quando saremo grandi noi i lavori più brutti e faticosi li faranno i robot. Ecco, è proprio questo che mi piacerebbe fare, forse. Programmare e costruire robot. Ne farei di tutte le specie e per tutti gli usi. Adesso però basta parlare di cose lontane. Parliamo di cose più vicine. Andiamo a giocare a calcio all’oratorio domani pomeriggio?”
“Sì, ci sarà di sicuro don Secondo e nessuno sa fare bene l’arbitro come lui”.
La serie del piccolo Antonio di Angelo Petrosino