Nell’autunno del 1988 passeggiavo a Milano con la filosofa Paola Cavalieri.
Aveva tradotto per noi il saggio di Peter Singer Il movimento di liberazione animale (la nostra pubblicazione n. 2) e credo stessimo parlando del nuovo numero della rivista Etica & Animali che doveva uscire a breve.
A un lato della strada, coperto in gran parte dalle foglie, vedemmo un gatto evidentemente morto e abbandonato. Io ne fui dispiaciuto ma ricordo ancora lo sguardo di Paola: lo smarrimento e la rabbia in un'unica emozione.
Avrei avuto probabilmente lo stesso sguardo se avessi visto un bambino nella stessa condizione.
Ebbi una lezione irripetibile di cosa implica «attribuire dignità di considerazione morale» agli animali. Capii che l’antispecismo è anche un modo di vedere e sentire il mondo.