Edizioni Sonda

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Crolla un palazzo

Di solito, quando ceniamo, la televisione è spenta. Ieri sera, però, era accesa. Mio padre sapeva che ci sarebbe stato un servizio su una fiera libraria e voleva vederlo.
“Parlano di te?” gli ho chiesto.
“No, ma parlar di libri è sempre utile”.
Prima del servizio che mio padre si proponeva di guardare, hanno dato una notizia che mi ha impressionato parecchio. Gli ultimi tre piani di un palazzo si erano afflosciati su se stessi. Non era morto nessuno solo perché un’inquilina aveva scambiato i rumori delle mura che stavano per sbriciolarsi con quelli di un ladro che stava frugando nel suo appartamento di notte, e si è svegliata. Poi ha notato le crepe che si allargavano sul soffitto e sulle pareti e ha chiamato i vigili, che hanno fatto sgomberare in tutta fretta il palazzo.
Sembra che il  crollo sia stato causato dai lavori di ristrutturazione che si stavano eseguendo in uno degli appartamenti.
Quasi subito mi ha chiamato Riccardo.
“Tony, hai visto anche tu quello che è successo al palazzo che è crollato?”
“Sì”.
“Allora chiedi ai tuoi genitori se ci possono ospitare quando anche noi saremo degli sfollati”.
“Di cosa parli, Riccardo?”
“Sono sicuro che uno dei prossimi giorni anche il nostro palazzo si affloscerà”.
“Stai scherzando?”
“Magari. Gli inquilini dell’appartamento sotto il nostro stanno buttando giù le pareti a martellate. Mia madre dice che il frastuono le provoca ansia e mal di testa. Ha cercato di capire che cosa di preciso sta succedendo e come stanno trasformando l’appartamento, ma quando è andata per informarsi, si sono rifiutati di aprirle la porta. Mio padre è convinto che stanno manomettendo i muri maestri. Non so che cosa significa, ma lui dice che se stanno facendo una cosa del genere, non scommette un centesimo di euro sulla stabilità del palazzo. Capisci, Tony? Forse stiamo per finire in televisione anche noi. Chissà se sarò fortunato e un’inquilina darà l’allarme prima che il pavimento precipiti in basso o il soffitto mi cada in testa”.
“Se le cose stanno veramente così, dovete parlarne con l’amministratore, Rick”.
“Il tizio sotto di noi dice che ha bisogno di spazio e che ha ricevuto l’autorizzazione a eseguire i lavori. E’ da più di un mese che le martellate hanno tolto la pace a tutti. Forse mi conviene mandare un paio di lettere ai vigili del fuoco e ai carabinieri, perché vengano a controllare. Non voglio morire sotto i calcinacci, Tony. Non sarebbe giusto”.
“Vuoi venire a dormire a casa mia per qualche giorno? C’è un posto vuoto nel mio letto a castello, lo sai”.
“E se rimango orfano? Nel crollo potrebbero morire i miei genitori. Credo che la cosa migliore da fare sia scrivere una lettera anche al quotidiano principale della nostra città. Se arrivano i giornalisti, la cosa si ingrossa e il nostro vicino sarà costretto ad aprire la porta alla stampa. In TV sarebbe anche meglio. Pensi che tuo padre possa aiutarci a far venire la televisione?”
“Non credo che abbia amici da quelle parti”.
“E’ un bel guaio, Tony. Forse stai per perdere un amico. Se tu potessi vendicarmi quando non ci sarò più…”
“Dai, Riccardo, forse stai esagerando”.
“Gli altri inquilini hanno detto che se l’amministratore non interviene, gli toglieranno l’incarico”.
“Anche adesso proseguono le martellate?”
“Hanno smesso un’ora fa. Staranno mangiando per rimettersi in forze. Spero di rivederti domani”.
Quando Riccardo ha riattaccato, ne ho parlato con mio padre.
Ma lui ha cercato di tranquillizzarmi.
“Per fare delle ristrutturazioni in un appartamento si presenta un progetto. Se viene approvato, i lavori vengono affidati a una ditta specializzata. Certo, si possono commettere degli errori, ma direi che succede di rado”.
Domami lo riferirò a Riccardo, ma ometterò l’ultima osservazione di mio padre.


 

La serie del piccolo Antonio di Angelo Petrosino

La serie di Antonio

 

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