Nel 2003 ci arrivò una mail da parte della giornalista Marinella Correggia. La segnalazione di un’autrice che non aveva mai pubblicato, ma che gestiva dal 2000 un blog molto seguito.
Si trattava di Emanuela Barbero.
Ci era accaduto negli anni precedenti di ricevere proposte di pubblicazione di ricette vegan, ma erano compilazioni, spesso incoerenti, tratte dal web o da diverse fonti. Emanuela invece ci proponeva ricette effettivamente sperimentate. Con quelle piccole astuzie e suggerimenti che permettevano anche a un principiante di misurarsi in cucina.
L’opera era molto ampia, oltre 300 pagine, ma finalmente riuscivamo a vedere un approccio semiprofessionale alla cucina.
Volevamo però caratterizzare la nostra proposta, per distinguerci, da una pubblicistica generica che comunque cominciava a diffondersi. Nacque così la definizione di “cucina etica”. Un azzardo e una forzatura, per certi aspetti. Ma il nostro pubblico capì subito che dietro a quel libro si voleva proporre una sorta di Manifesto culturale. Attraverso le proprie scelte alimentari è possibile esprimere la propria visione etica e mettere in pratica una diversa visione delle cose.
Quattordici anni dopo la prima edizione e dopo oltre dieci edizioni che hanno ampliato e rinnovato la versione originale, siamo ancora qua a proporre ai nostri lettori un libro che continua ad essere “il più completo manuale di cucina vegan in Italia”.