Luna e Nessuno stanno molto bene insieme.
“Non ho mai visto una gatta andare tanto d’accordo con un cane” ho detto oggi a Riccardo.
“Scommetto che il tuo cane fa tutto ciò che vuole lei. Lo avrà plagiato”.
“Non credo. Semmai è il contrario. E’ Nessuno che sollecita Luna a giocare anche quando lei dormicchia e si vede che non ne ha voglia”.
“Gli ha mai soffiato?”
“Io non me ne sono mai accorto”.
“Sono sicuro che tua sorella sta educando la gatta a diventare come lei. Osservala bene. Non è un po’ sprezzante e superbiosa?”
“Non mi pare. Comunque Erica non è sprezzante. E’ cocciuta se mai. E, se devo essere sincero, con me è un po’ cambiata”.
“Vuoi dire che non ti tratta più da moccioso?”
“Il fatto che le abbia procurato una gatta per la quale stravede, mi ha fatto crescere d’importanza ai suoi occhi. Mi considera di più, insomma”.
“Purtroppo io non posso dire lo stesso con mio fratello. Nemmeno se gli procurassi un cane San Bernardo salirei di dignità nella sua considerazione. Per lui io sono un fuscello di paglia, una foglia secca, un frammento di unghia sporca. Mai che mi chieda un favore. Vorrei tanto provare la soddisfazione di rispondergli no. Ma fa tutto da solo e io sono quasi sempre invisibile ai suoi occhi. In questi giorni, comunque, è un po’ nervoso. L’ho sentito parlare al telefono con un amico e credo che qualcuno gli abbia rubato la fidanzata. Ne sono quasi sicuro”.
“Perché non glielo chiedi?”
“Stai scherzando?”
“Tanto per dimostrargli che ti interessi a lui”.
“Figurati. Se gli dicessi che mi interesso delle sue faccende, mi direbbe di farmi i fatti miei e mi soffierebbe addosso come per liberarsi di un granello di polvere. Chissà se a diciotto anni anch’io sarò come lui. Ma non avrei un fratello più piccolo da tormentare e non ci sarebbe nessuna soddisfazione”.
“Non pensi che nel frattempo tuo padre e tua madre possano decidere di avere un altro figlio?”
“Non lo avranno. Su questo posso mettere la mano sul fuoco, Tony. Li ho sentiti dire più di una volta che due figli possono bastare. O meglio, mia madre ne farebbe un altro solo se fosse sicura di avere una femmina. Credo che abbia pieni i capelli delle smanie di mio fratello”.
“E tu?”
“Io cosa?”
“Ha pieni i capelli anche di te?”
“No, mi sopporta abbastanza. Anzi, certe volte si lamenta che non sono molto affettuoso con lei. Tu come sei con tua madre?”
“In che senso?”
“Che ne so, la baci, l’abbracci qualche volta?”.
“Può capitare”.
“Io non mi ricordo quando è stata l’ultima volta che l’ho fatto. Forse da quando ho cominciato a farmi il bagno da solo. Tu lo fai per conto tuo il bagno, no?”
“Naturale”.
“Se vuoi saperlo, io smisi di farmi lavare da mia madre perché mio fratello mi prendeva in giro dicendomi: «Ma vai a farti fare il bagnetto da mammina». Lo odiavo quando mi parlava così. Perciò non permisi più a mia madre di strofinarmi nemmeno la schiena quando mi lavavo. Se fossi stato figlio unico, la mia vita sarebbe stata molto diversa, Tony”.
La serie del piccolo Antonio di Angelo Petrosino