Riccardo è preoccupato. E anch’io lo sono.
“Ci sono attentati dappertutto” mi dice. “Tu hai idea di cosa sta succedendo, Tony?”
“Ne so quanto te, Riccardo”.
“Chiedi a tuo padre. Se non lo sa lui…”
Mio padre mi tranquillizza.
“Purtroppo ci sono dei folli che non amano essere liberi e non accettano che nel mondo si possano avere idee diverse dalle loro. E credono di convincere gli altri a pensarla come loro minacciandoli e spaventandoli con attacchi terroristici”.
“Non è giusto”.
“Certo che non è giusto. Prima o poi speriamo che si possano riportare alla ragione. Nel mondo tutti devono avere il diritto di credere a quello che vogliono senza impedire agli altri di credere in cose opposte”.
“Riccardo dice che è preoccupato ma che andrà in giro come sempre”.
“E fa bene. Non dobbiamo rinunciare al nostro diritto di essere liberi e di comportarci come abbiamo sempre fatto”.
“Quindi tu non hai paura che se vado in centro con Rick possa succedermi qualcosa di brutto?”
“Un po’ di paura c’è sempre. Ma non ti impedirò di farlo. Devi solo essere prudente. Valgono le raccomandazioni di sempre. Comunque siete ancora piccoli e in centro preferisco che tu venga con me. Con Riccardo hai un intero quartiere da esplorare e credo che per ora vi basti”.
Quando gli ho riferito le parole di mio padre, Riccardo mi ha chiesto: “Posso venire anch’io con voi qualche volta?”
“Certo. Mio padre lo sa che per me sei un amico speciale”.