L’unica cosa che non mi sarei mai aspettato di ricevere era una lettera anonima.
Invece poco prima di uscire da scuola, mentre chiudevo lo zaino, dal mio diario è scivolato fuori un foglietto piegato in due, che Riccardo ha raccolto.
“Ti è caduto questo” mi ha detto.
Stavo per andare a buttarlo nel cestino della carta, ma nel farlo si è aperto e ho visto le poche frasi che conteneva. Erano scritte con dei caratteri maiuscoli grandi e le ho lette facilmente.
Dapprima sono rimasto bloccato come una statua di sale, poi ho messo il foglietto in tasca e ho finito di chiudere lo zaino.
A Riccardo non sfugge nulla. Perciò mi ha chiesto: “Cosa c’è scritto sul foglietto?”
“Sciocchezze” gli ho risposto con noncuranza.
“Se non vuoi dirmelo non fa niente”.
“Andiamo, gli altri sono già sulle scale”.
Ho salutato Margherita e sono tornato a casa con Riccardo.
Se non gli avessi detto nulla, sono certo che non avrebbe insistito. Riccardo con me non è mai stato petulante. Gli secca solo se lo tengo all’oscuro di ciò che mi riguarda, soprattutto se si tratta di qualcuno che possa danneggiarmi. In quel caso si infuria e mi dice che debbo reagire: col suo aiuto, si capisce.
Perciò non ho voluto nascondergli ciò che era scritto sul foglietto.
“Tieni, leggi”.
Dopo aver letto, Riccardo ha grugnito: “Si tratta di Michele”.
“Come fai a esserne sicuro?”
“Ti scocciava anche alla scuola elementare, non ricordi? E quest’anno ti ha preso in giro almeno due volte perché balbetti quando leggi”.
Sul foglietto era scritto: Margherita ti tradisce con Francesco. Lo sanno tutti. Sei uno stupido.
“Puoi buttarlo” ho detto a Riccardo.
“Io ti consiglio di tenerlo”.
“Perché?”
“Domani farò in modo di raccogliere dal cestino il primo pezzo di carta che Michele va a buttare. Può darsi che riesca a sfogliare di nascosto anche il suo diario. Lui scrive sempre in maiuscolo e sarà facile fare il confronto con la calligrafia della lettera”.
“Lascia perdere”.
“Come vuoi. Comunque ciò che ha scritto è falso, stai tranquillo. E’ puro dispetto”.
Ho ripreso il foglietto e l’ho rimesso in tasca.
Che cosa dovevo fare? Farlo vedere anche a Margherita? Da un lato ero sicuro che ciò che avevo letto fosse una bugia. Dall’altro Margherita poteva arrabbiarsi e non volevo. Poteva credere che qualcuno della classe l’avesse presa di mira.
E se mi arrivava un’altra lettera? E se oltre a scriverla a me l’anonimo ne scriveva una anche a Margherita, magari dicendole che ero io che la tradivo?
Forse era meglio metterla al corrente.
Così verso le quattro le ho telefonato e le ho chiesto se potevo andare a trovarla a casa.
E’ stata contentissima. Mi ha subito detto che potevamo fare merenda insieme.
Ma quando le ho mostrato il foglietto, è stata quasi sul punto di piangere.
“Non crederai a quello che c’è scritto!” ha esclamato con voce tremante.
“No, certo”.
“Non potrei mai fare una cosa del genere, Tony. Con Francesco, poi. Credo di non avere mai avuto occasione di dirgli nemmeno buongiorno. Chi può avere scritto questa bugia?”
“Uno che voleva mettere zizzania tra noi”.
“Ma noi non permetteremo a nessuno di farlo, vero, Tony?”
“Questo è sicuro”.
Ho mangiato una scodella intera di macedonia e prima di andar via, Margherita ha voluto baciarmi non una, ma due volte. Poi ha aspettato che la ricambiassi.
La serie del piccolo Antonio di Angelo Petrosino