Edizioni Sonda

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Libri per ragazzi o per ragazze?

Un blog utile lavora per voi: e vi consente di capire cose essenziali: per esempio se un certo libro è per ragazze o per ragazzi: o se si possono costruire più frasi consecutive separate da due punti: come queste.

Dunque: come si fa a dire se un libro è per ragazzi o per ragazze? Per bambini o per bambine? Abbiamo fatto uno schema per affrontare la questione: o meglio, per suggerire che la domanda è mal posta.

Ci sono tanti libri, infatti, e ancora più giochi e giocattoli, che si propongono per bambini o bambine, per ragazzi o ragazze. A monte c’è una volontà di individuare meglio il target, mascherata da richiesta dei genitori o dei clienti. Pur capendo questa volontà, credo che questo approccio vada rigettato in pieno: è in ballo qualcosa di più importante delle vendite, ed è l’identità di genere.

 

Quindi, primo punto: il rosa non è solo un colore, è una convenzione più ampia che vorrebbe dividere fin dai primi anni di vita vocabolari, attitudini, mestieri e vocazioni, dicendo cosa va bene per un maschietto e cosa per una femminuccia. Da questa prospettiva, non so se esista un libro che è prevalentemente per maschi o per femmine: ma so che esistono dei brutti libri, sessisti e discriminatori. Libri che non appassionano ma confermano degli stereotipi, libri che non servono, di cui nessuno ha bisogno.

 

Secondo punto: esistono anche dei buoni libri, e ce ne sono tanti. Libri in cui si affrontano questioni che riguardano anche l’identità di genere, e che permettono di capire e smascherare gli stessi stereotipi, libri che appassionano e che colpiscono. Così come è sbagliato dire che ci sono libri per bambini e per bambine, lo è anche censurare una certa lettura perché sarebbe rivolta all’altro sesso. Un buon libro è un buon libro. Non per maschietti o maschiacci, non per femminucce o effemminati: un buon libro è un buon libro.

 

Lo schema è fatto per essere condiviso e far riflettere: quindi, andate e condividete – e commentate, se volete. Fa sempre piacere.

Soltanto, vi chiediamo di non togliere la firma: anche perché ci sono due firme: la mia e quella di una complice e socia, Valentina Manzetti, che ci ha messo grafica, proteste, proposte e pensieri: e di questo la ringrazio mai abbastanza.

 

PS: no, non si dovrebbero mai mettere i due punti più volte nella stessa frase: mai.

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