Ultimo giorno di scuola.
“Se getto un grido potente mentre stiamo per uscire dalla scuola, pensi che me la faranno pagare?” mi ha chiesto Riccardo durante l’intervallo.
“Non potrebbero più punirti, Rick”.
“Secondo me Panizza si vendica. A meno che non abbia già consegnato i voti in segreteria. Chissà come funziona la faccenda. Hanno già deciso chi bocciano e chi promuovono, o si devono ancora riunire per stabilire chi devono assolvere o condannare? E’ come nei processi dei tribunali, no?”
“E’ una cosa meno seria, Rick”.
“Mica tanto, Tony. Pensa se mi bocciano. O se bocciano te. Ripetere l’anno non è uno scherzo. Non voglio diventare vecchio a scuola”.
Ma Rick non ha motivo di preoccuparsi. Sotto sotto è molto orgoglioso e quando c’è da studiare studia. Non prende voti eccezionali, ma sono tutti sopra la media.
I miei sono più o meno gli stessi. Ma per quanto riguarda quelli che mi dà Panizza, credo che negli ultimi mesi me li abbia alzati un po’ senza merito.
Non mi ha fatto più leggere ad alta voce davanti alla classe e per me è stato un bel sollievo. Almeno mi ero risparmiato i risolini e gli sghignazzi che Michele mi riservava nei primi tempi, quando balbettavo e arrossivo davanti a un testo da leggere.
Comunque ho una buona memoria, perciò basta che mia madre mi legga una o due volte un capitolo di storia o di geografia, e sono in grado di ripeterlo e di discuterlo.
Lo stesso vale per le poesie: le imparo subito, soprattutto se sono piene di rime. Quanto ai libri di storie e di racconti, mio padre mi compra quelli stampati con dei caratteri speciali, senza riccioli e senza svolazzi che confondono gli occhi.
Inoltre, da alcuni mesi, ne scarica molti per me sul suo ipad. Anche in questo caso sceglie dei caratteri adatti e io li ingrandisco a piacere perché mi riesca più facile leggere.
Quanto alla scrittura, ormai adopero più il computer che la penna.
“Hai trovato un padre che ti ha sistemato bene” mi ripete Riccardo. “Pensa a chi non ne ha uno uguale e si trova nella tua stessa condizione. Nella vita bisogna essere anche fortunati. Meno male che lo è anche Ginevra, altrimenti guai a lei”.
Ginevra è dislessica come me e in casa è seguita proprio come fanno mio padre e mia madre con me.
“Sarà promossa anche lei, vedrai” ho detto oggi a Riccardo.
“Vorrei proprio vedere chi avrebbe il coraggio di farle lo scherzo di bocciarla”.
Ginevra sta molto simpatica a Riccardo. Ma anche lui sta simpatico a Ginevra. Lo so perché me lo riferisce Margherita, che è amica di Ginevra.
Sono sicuro che se qualcuno prendesse in giro Ginevra, Riccardo non esiterebbe a mettersi nei guai per difenderla.
Un giorno sono stato sul punto di chiedergli se sta bene con Ginevra come io sto bene a Margherita. Ma poi non ho osato domandarglielo. Magari ne parleremo questa estate, quando andremo insieme in piscina o a fare delle corse in bici sulla pista ciclabile che porta a San Mauro.
Ormai sia Margherita, sia Ginevra vengono sempre con noi e formiamo un bel quartetto, direi.
Comunque, prima di programmare tuffi in piscina e corse in bici, sarà meglio aspettare qualche giorno, per conoscere i risultati delle nostre pagelle.
La serie del piccolo Antonio di Angelo Petrosino