Edizioni Sonda

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Una mamma e due figli

“Ci scusi” le ho detto “ma quel piattino è nostro”.
“Mi avete spaventata ”.
“Non volevamo impaurirla”.
“Per chi è questa carne?”
Per non creare equivoci anche con lei, le ho raccontato la ragione per cui eravamo lì a quell’ora.
La donna mi ha ascoltato con attenzione e quando ho finito di parlare mi ha detto: “Ti credo. Tu e il tuo amico non mi sembrate dei teppisti o dei seviziatori di animali. Anche se bisogna andarci cauti con chi è alla ricerca di gatti. Come si può far del male a queste bellissime creature? Eppure c’è chi sfoga su di loro i suoi istinti più malvagi. Ne ho conosciuti, credetemi. Quanti ne ho salvati dalle loro grinfie. Ho deciso di dedicare la mia vita ai gatti dieci anni fa e da allora non sono mai venuta meno alla mia missione. Sono la protettrice di tutti i gatti randagi della zona. Davvero tua sorella vorrebbe avere un gatto da accudire, proteggere, amare?”
“Così dice” le ha risposto Riccardo.
Io però ho precisato: “Mi fido di Erica. In ogni caso, se un giorno dovesse stancarsi del gatto, ci penserebbe il resto della famiglia a lui”.
“Quindi la vostra è una famiglia affiatata?”
“Abbastanza”.
“Suo padre fa lo scrittore” ha precisato Riccardo.
“Davvero? I gatti sono i migliori amici degli scrittori. Gli scrittori lavorano in silenzio e i gatti apprezzano molto la tranquillità. Tra di loro c’è una naturale affinità, anche per quanto riguarda la libertà e l’indipendenza. Forse posso aiutare tua sorella. A proposito, non mi avete detto come vi chiamate”.
“Io sono Antonio, lui è Riccardo”.
“Io mi chiamo Angiolina”.
“In che senso può aiutare mia sorella?” le ho chiesto.
“Dovete sapere che quattro giorni fa ho trovato una giovane gatta che vagabondava da queste parti in compagnia di due mici nati da poco. Secondo me è stata abbandonata quando ha partorito. Io ho già sette gatti in casa, ma mi ha fatto una grande pena vederla spaventata e smarrita. Così ho deciso di prendere lei e i suoi figli. Sono già riuscita a sistemare i due piccoli presso una famiglia, perciò mi è rimasta solo la madre. La darei molto volentieri a chi si impegnasse ad assicurarle un ambiente confortevole e sereno”.
“Allora la dia a noi” le ho detto.
“Prima, però, vorrei conoscere tua sorella di persona. Puoi dirle di venire da me domani sera a quest’ora?”
“Glielo dirò. Dove abita?”
“Venite, vi faccio vedere”.
La donna ci ha accompagnati nell’atrio di un palazzo distante un centinaio di metri da dove l’avevamo incontrata e ci ha detto: “Io abito al primo piano. Sulla targhetta c’è scritto soltanto Angiolina. Suonate e vi apro subito. Spero proprio che la gatta finisca in buone mani”.
“Allora a domani sera” l’ho salutata.
“A domani sera, ragazzi”.
Tornando a casa, Riccardo mi ha detto: “Devi raccomandare a tua sorella di vestirsi in modo adatto. Se va da Angiolina con i jeans strappati che indossa di solito, forse non farà una buona impressione”.
“Credo che ad Angiolina i jeans non interessino. Lei vorrà capire quanto è sincero il desiderio di Erica di avere la gatta. Se mia sorella non le dà le risposte giuste, se la può sognare”.
“Dobbiamo essere presenti anche noi all’interrogatorio, Tony”.
“Vediamo cosa ne pensa Erica”.


 

La serie del piccolo Antonio di Angelo Petrosino

La serie di Antonio

 

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