“Le cose stanno così” ho riferito ad Erica, rientrando a casa.
“Quella gatta sarà mia”.
“Aspetta a dirlo. Angiolina non la mollerà facilmente se non le farai una buona impressione. Riccardo dice che devi presentarti da lei con un certo contegno, che dovresti indossare dei vestiti adeguati”.
“Dì al tuo amico che non ho bisogno dei suoi consigli. Voglio proprio vedere se questa donna baderà ai miei abiti e non piuttosto alle rassicurazioni che io intendo darle sulla gatta”.
“Sei proprio convinta di prenderla?”
“Più che mai”.
“E se non ti piace?”
“Se ho voluto una gatta randagia, è perché non mi interessa il suo aspetto. La prenderei anche se le mancasse una zampa o non ci vedesse da un occhio”.
Sono rimasto molto impressionato dalle parole di Erica. Forse non conosco ancora bene mia sorella.
“Riccardo vuole assistere all’incontro. In fondo, è anche merito suo se abbiamo trovato la gatta”.
“Che venga pure. Ma sia tu, sia lui dovete fare scena muta. Lasciate che sia solo io a parlare con Angiolina. Non aveva una foto con sé della gatta?”
“Non credo che abbia un telefonino”.
Oggi pomeriggio Erica è andata ad acquistare una lettiera, dei sacchetti di sabbia, una ciotola per il cibo, una per l’acqua più una confezione di filetti di merluzzo congelati.
Siccome ha voluto che l’accompagnassi, ha chiesto anche il mio parere.
“Pensi che i filetti di nasello le sarebbero più graditi?”
“Non ne ho proprio idea. Questo pesce è da cucinare”.
“Naturalmente”.
“Chi lo cucinerà?”
“Qualche volta io, qualche volta la mamma”.
“Pensi che avrai il tempo?”
“Tonino, forse non mi sono spiegata bene. Io a questa gatta tengo molto e sono disposta a fare più di un sacrificio per lei”.
Non ho fatto commenti.
Dimenticavo: Erica ha comprato anche una scatola di gianduiotti per Angiolina.
La serie del piccolo Antonio di Angelo Petrosino
