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Un magistrato interroga, come «persona informata dei fatti», uno dei massimi esperti nel nostro Paese sullo stretto rapporto tra ciò che mangiamo e la nostra salute.
Secondo l’American Institute for Cancer Research, le cattive abitudini alimentari sono responsabili di circa 3 tumori su 10; per il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, il 30-40% dei tumori può essere evitato con una dieta più sana; per l’Airc il consumo di cibi di origine animale (e quindi l’assunzione eccessiva di grassi saturi e ferro in essi contenuti) è correlato all’aumento del colesterolo, dei livelli di insulina nel sangue, dell’infiammazione del tratto intestinale e del rischio di patologie e tumori; per l’Organizzazione Mondiale della Sanità è sufficiente introdurre un consumo sufficiente di frutta e verdura fresca al giorno per salvare ogni anno circa 3 milioni di vite.
Un libro molto originale, con due autori che non ti aspetti, e che si legge con passione: domande incalzanti e provocatorie, risposte chiare e sintetiche, di una logica stringente. E alla fine le pillole della salute: in 130 secondi si leggono le cose essenziali da sapere. A cura di Pino Africano.
Curiosità
Gli epidemiologi concordano sul fatto che gli individui che seguono diete ricche di proteine animali, soprattutto carni rosse e lavorate, hanno un maggior rischio di sviluppare patologie come diabete, infarto e problemi cardiovascolari, obesità e cancro. Tra i tumori, il rischio aumenta soprattutto per quelli dell’apparato gastro-intestinale, come il cancro al colon-retto e allo stomaco, ma anche per alcuni tumori “ormone-dipendenti” come quello al seno, alla prostata e all’endometrio. Nel mese di ottobre 2015 l’International Agency for Research on Cancer (IARC) di Lione, un’agenzia dell’Organizzazione mondiale della sanità che valuta e classifica le prove di cancerogenicità delle sostanze, ha definito la carne rossa come probabilmente cancerogena (classe 2A della classificazione dello IARC) e la carne rossa lavorata (insaccati e salumi) come sicuramente cancerogena (classe 1 della classificazione dello IARC).
Tratto da www.airc.it, 21/09/2016.
Autorə
Già direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, Franco Berrino è medico, epidemiologo. Nella sua quarantennale attività di ricerca e prevenzione ha promosso lo sviluppo dei registri tumori in Italia e coordinato i registri tumori europei per lo studio della sopravvivenza dei malati (Progetto EUROCARE).
Tutto quello che non ci hanno mai detto sul rapporto tra cibo e cancro (e non solo)
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