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Trieste è una città piena di contrasti, caratterizzata da una storia complessa. Come complessi sono i suoi abitanti. Trieste sta cambiando. I triestini no. O forse sì. Magari a loro insaputa. Perché costretti dalla storia, dalle circostanze e dalla geografia, che li colloca nel punto più nordorientale dell’Italia, proprio al confine con la ex Jugoslavia, oggi Repubblica di Slovenia.
Ma in loro alberga sempre quel fiero triestin pride, «perché la sa, come Trieste no xe nisun posto», e una loro frequente affermazione è: «Mi son triestin patoco». Ovvero «Io sono un autentico triestino», un nostrano DOC, la cui autenticità risiede più in una serie di peculiari atteggiamenti mentali che nella purezza delle sue origini. Primo fra tutti, la regola del nosepol, «non si può». Cosa non si può? Tutto. Punto e basta.Trieste, città della scienza; Trieste, amata e vissuta da Svevo, Saba, Joyce; Trieste, spazzata dalla bora: a tutti coloro che di Trieste e della triestinità ancora non riescono a capire tante cose, e mai forse le capiranno, è dedicata questa guida, ampliata e aggiornata in occasione della quarta edizione. Con un simpatico inserto fotografico che offre suggerimenti per i percorsi insoliti nella città .
Autorə
Triestina di nascita, apolide di adozione, si laurea in Lingua e Letteratura russa a Bologna, per poi trasferirsi in Belize e infine rientrare con suo figlio a Trieste. Attualmente si occupa di scrittura narrativa e di interculturalità e si preoccupa molto per le sorti del mondo.
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