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La caccia è una pratica che si perde nella notte dei tempi, le cui origini risalgono addirittura tra i 2 e i 3 milioni di anni fa. Con il passare dei secoli, però, la sua funzione è cambiata: da mezzo di sostentamento necessario a «disciplina sportiva» o passatempo. Si è creata così una netta divisione: ferventi sostenitori da una parte, accaniti avversari dall’altra.
Questo saggio esamina, in tutte le loro contraddizioni, le giustificazioni e i luoghi comuni più diffusi sulla caccia, confutandoli uno a uno: con uno stile limpido, senza giri di parole, affronta i danni che questa attività causa non solo agli animali e alla natura, ma anche a coloro che la praticano (e la subiscono); si sofferma sui suoi aspetti patologici e morbosi; i suoi eccessi, come il bracconaggio; e illustra cosa prevede la nostra legislazione in materia.
Arricchito da informazioni e sondaggi aggiornati sulla situazione italiana, con un contributo di Massimo Tettamanti sulla scottante questione della sicurezza della caccia per gli esseri umani (oltre 100 vittime all’anno).
Autorə
Carlo Consiglio è stato professore ordinario di Zoologia all’università di Roma La Sapienza fino al 1997. Ha compiuto ricerche originali su sistematica, faunistica, ecologia ed etologia di uccelli, cetacei e altre specie animali. È autore o coautore di 158 pubblicazioni scientifiche a stampa e di libri contro la caccia, contro gli zoo, sul cane vagante e sul vegetarismo. È presidente nazionale della Lega per l’abolizione della caccia (ONLUS).
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